giovedì 21 settembre 2017

lievito di birra benefici


Il lievito di birra si ottiene attraverso la selezione del fungo Saccharomyces Cerevisiae ricavato come residuo della fermentazione della birra; questo fungo viene coltivato e fatto fermentare in modo da favorire la sua moltiplicazione.
Le cellule del lievito vengono coltivate all’interno del fermentatore, su un substrato di malto (orzo germogliato); una volta ottenute migliaia di cellule, vengono separate dal substrato nutritizio, lavate ed essiccate ad una temperatura che non supera i 40 gradi centigradi.

Principi nutritivi del lievito di birra

Il lievito di birra costituisce una fonte ricca e completa di vitamine del gruppo B; vitamine queste particolarmente importanti per gli sportivi, i bambini in crescita e coloro che si trovano in convalescenza, perché facilita la trasformazione di proteine, carboidrati e lipidi in energia. L’assunzione di lievito di birra si rivela particolarmente utile anche per coloro che si sono sottoposti a diete iperlipidiche, o iperglucidiche, o iperproteiche, oppure quando il consumo di alcool, sigarette o caffè è elevato, cosi da ristabilire il corretto approvvigionamento delle preziose vitamine B, selenio, cromo (cofattore dell'insulina e preventivo del diabete mellito), glutatione, zolfo, aminoacidi essenziali (leucina, valina, isoleucina, treonina, fenilalanina, metionina, triptofano, lisina) fosforo, potassio e magnesio di cui il lievito di birra è ricco.

Differenze tra prodotto fresco e secco 

Il lievito di birra fresco, contenendo microrganismi unicellulari, va conservato in frigorifero in cui si mantiene per circa un mese. Si presenta come un panetto di circa 25 g di colore grigio chiaro/beige e ha consistenza morbida, in genere si utilizza sbriciolato e sciolto in acqua tiepida. Permette una lievitazione di qualche ora, che in genere si ritiene terminata quando l’impasto ha raddoppiato o triplicato il volume.
Il lievito di birra secco o liofilizzato si conserva più a lungo, per circa un anno se mantenuto in ambiente fresco e asciutto; si presenta sotto forma di polvere o granuli contenuti in bustine o barattoli. Per essere utilizzato necessita di essere “riattivato”, ovvero va messo in acqua tiepida zuccherata aspettando che produca una schiumetta. L’utilizzo e il tempo di lievitazione è simile a quella del lievito di birra fresco.
Per entrambi i tipi di lievito è bene considerare che un lievito vicino alla data di scadenza o già scaduto è meno attivo e tende a modificare negativamente le caratteristiche organolettiche dell’impasto.
Dal punto di vista culinario è interessante sapere che un panetto di lievito di birra fresco da 25 grammi corrisponde a bustina di lievito di birra secco da circa 7g; per tanto presentano un rapporto di circa 3:1
Lievito di birra come integratore alimentare
Il lievito di birra possiede un notevole valore nutrizionale grazie all’elevato contenuto di proteine, aminoacidi essenziali, minerali e vitamine, il tutto in forma facilmente assimilabile. E’ particolarmente indicato per gli sportivi in quanto promuove il corretto funzionamento muscolare; le vitamine del gruppo B in esso presenti sono necessarie per convertire in maniera rapida proteine, carboidrati e lipidi in energia di immediato utilizzo. L’elevato quantitativo di sali minerali che il lievito di birra è in grado di fornire lo rende essenziale in caso di eccessiva sudorazione (magari a seguito di intensa attività sportiva) oltre che per evitare la sensazione di debolezza fisica che spesso si manifesta durante i ciclici cambi stagionali.
Gli integratori a base di lievito, utilizzano lievito di birra secco ovvero quello che viene preparato facendo essiccare i microrganismi per mantenerne intatte le qualità nutrizionali. Si può acquistare in farmacia o in erboristeria dove si può scegliere la formulazione in capsule da deglutire con acqua oppure in scaglie.
Non va invece impiegato come integratore il lievito di birra in panetto in quanto meno ricco di proteine e vitamine, in cui sono presenti alte concentrazioni di fermenti attivi che possono generare fermentazione e alterazione della flora batterica intestinale.
L’integratore a base di lievito di birra deve contenere non meno di 400 mg di lievito per capsula. Il dosaggio consigliato è di almeno una compressa al giorno per un periodo di 1-2 mesi. Può essere assunto con acqua o succo di frutta per favorire la deglutizione della capsula o essere sbriciolato nel vasetto di yogurt nel caso della formulazione in tavolette.

Benefici legati al consumo del lievito di birra

La ricchezza di micronutrienti ed oligoelementi rappresenta il fattore determinante nell'uso del lievito di birra come integratore.
Il lievito di birra è utile per:
- garantire corretto funzionamento e mantenimento dell'apparato tegumentario e degli annessi cutanei ovvero peli, unghie e capelli
- migliorare le patologie dermatologiche come la seborrea e l'acne
- supportare le azioni probiotiche al fine di consentire la corretta funzionalità gastro-enterica e nel preservare il corretto funzionamento immunitario
- esercitare funzioni rimineralizzanti, importanti nello sportivo per riequilibrare le perdite saline dovute alla sudorazione eccessiva legata all'esercizio fisico
- promuovere funzioni immunostimolanti, cicatrizzanti (utili in caso di ferite e ustioni), rivitalizzanti, per l'elevato contenuto di vitamine del gruppo B
- attivare le funzioni metaboliche, grazie alla presenza di Beta-Glucani in essi contenuti





Controindicazioni

L'uso di lievito di birra, in concomitanza ad altri lieviti, potrebbe determinare l'insorgenza di gonfiore addominale, flatulenza e meteorismo.
Rari sono stati gli episodi di reazioni allergiche legate all’assunzione di questa sostanza. Sicuramente l’impiego del lievito di birra è controindicato in caso di ipersensibilità ai lieviti o di terapie farmacologiche con inibitori delle monoamino ossidasi.
La contestuale assunzione di lievito di birra e di inibitori delle monoamino ossidasi potrebbe determinare un indesiderato effetto ipertensivo
Attualmente non sono presenti studi che attestino i rischi o la sicurezza dell’uso di integratori a base di lievito di birra a lungo termine nelle gestanti, per tanto il buon senso indica che andrebbe evitato durante la gravidanza e nel successivo periodo di allattamento al seno.

E’ importante che non venga superata la dose giornaliera fissata a 30 g al dì in quanto durante la digestione del lievito viene promossa la formazione delle purine, che si trasformano in acido urico.

sabato 9 settembre 2017

Alzare i livelli di globuli rossi ed emoglobina plasmatica? Con la giusta alimentazione si può!


E' importante introdurre nella propria alimetanzione cibi ricchi in ferro, acido folico e vitamina B12; nei casi in cui questa non sia sufficiente è opportuno procedere con la giusta somministrazione di integratori.
Quando siintroducono a
limenti ricchi in ferro, in grado quindi di innalzare i livelli di emoglobina, è bene abbinarli a cibi ( es agrumi e broccoli) ricchi di vitamina C, sostanza in grado di favorire l’assimilazione del ferro.

Di seguito una carrellata degli alimenti ricchi in ferro che non dovrebbero mai mancare sulla tavola di chi presenta un ematocrito basso:
Tuorlo d’uovo;
Cereali integrali;
Ostriche;
Vongole;
Capesante;Sardine;
Gamberetti;
Carne rossa;
Fegato;
Manzo;
Pollo;
Spinaci;
Broccoli;
Cavolo verde;
Lattuga;
Fagioli;
Lenticchie;
Ceci;
Piselli secchi;
Cereali arricchiti di ferro;
A
lbicocche secche;
F
ichi;
Mandorle;
Prugne secche;
Uvetta.
Si dovrebbe atresì ridurre il consumo di tè, caffè e prodotti a base di soia in quanto in grado di interferire nel processo d’assorbimento del ferro.

RACCOMANDAZIONI DIETETICHE GENERALI
Oltre a prestare attenzione nel raggiungere i fabbisogni di ferro, acido folico e vitamina B12 raccomandati; è opportuno introdurre alimenti contenenti vitamina C, vitamina A, vitamine del complesso B, cisteina e rame per migliorarne l’assorbimento di questi nutrienti.
Sarebbe inoltre opportuno non consumare in concomitanza di alimenti ricchi di ferro o contenenti elevate quantità di tannini (particolarmente presenti in vino, caffè, tè, cioccolato e alcune erbe), calcio, fosforo e fibre, poiché ne riducono l'assorbimento; quindi assumere frutta, verdura e cereali integrali nelle adeguate porzioni senza esagerare
Cibi virtuosi sono:

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Parmigiano o Grana Padano in quanto ricco in vitamina B12 e A oltre che di rame, zinco e selenio.
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Carne sia rossa che bianca, purchè proveniente da tagli magri e privata del grasso visibile. Frattaglie e carni di cavallo che presentano un contenuto in ferro paria circa 5 - 8 mg/100 grammi di alimento crudo contro i 2 - 5 mg/100 grammi di alimento crudo relativo ai tagli più comuni. Le carni rappresentano inoltre un’ottima fonte di vitamina B12 e altri micronutrienti capaci di aumentare l’assorbimento del ferro non eme.
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Affettati: in particolare la bresaola, raggiunge quantitativi >8 mg/100 grammi di alimento. - Pesce come tonno, merluzzo e salmone sono ricchi di ferro nella forma facilmente assorbibile. Contengono inoltre vitamine e micronutrienti importanti per l’assorbimento del ferro non eme e sono buona fonte di vitamina B12.
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Molluschi, importante fonte di vitamina B12 e ricchi in rame.
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Uova, in particolare il tuorlo, contiene ferro tra 5 e 8 mg /100 grammi di alimento crudo, oltre a rappresetare una buona fonte di vitamina B12 e rame.
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Legumi sono ricchi di ferro, seppur in forma meno assorbibile (non eme) e di acido folico. Tra i più ricchi in ferro troviamo ceci, fagioli secchi, lenticchie (>8 mg/100 grammi di alimento crudo già pronto per il consumo). Fagioli e soia costituiscono anche tra gli alimenti più ricchi di acido folico (>250 mcg per 100 grammi) come le fave e i legumi secchi (tra 100 e 250 mcg per 100 grammi)
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Cereali e derivati. Discreto contenuto di ferro in forma meno assorbibile ma ottima fonte di rame. Da associare a legumi come piatto unico per migliorarne l’assorbimento. Limitare il consumo di quelli integrali poiché ricchi in fibre.
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Fra le verdure, quelle che in grado di migliorare l’assorbimento del ferro non eme sono: peperoni, pomodori, cavoli, broccoli e lattuga ricchi in vitamina C; carota e zucca apportano invece ottimi quantitativi di vitamina A come le verdure giallo-arancioni e quelle verde brillante. Quelle con maggior contenuto di acido folico sono asparagi, barbabietole rosse, broccoli, cicoria, catalogna, cavoletti di Bruxelles, cime di rapa, funghi, rucola, scarola, spinaci, cavolo cappuccio, cavolfiore, lattuga, porri, zucchine che sono anche un’ottima fonte di antiossidanti.
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La frutta secca, farinosa e oleosa costituisce una valida fonte di ferro con un contenuto tra 2 e 5 mg/100 grammi di alimento; la frutta secca a guscio nello specifico, contiene inoltre rame che ne favorisce l’assorbimento. Fra i frutti freschi, agrumi, kiwi, uva sono ricchi in vitamina C; albicocche e in generale la frutta di colore giallo arancione rappresentano una buona fonte di vitamina A. Germe di grano ricco di acido folico.