domenica 25 maggio 2014

ALLERGIA AL NICHEL


L' allergia al nichel detta anche SNAS, provoca prevalentemente reazioni allergiche al contatto sia a carico della cute esterna, che delle mucose interne a causa degli alimenti che contengono questo metallo.


Il nichel è un metallo praticamente ubiquitario, lo si ritrova nel terreno, nei fertilizzanti, nelle sigarette, nei gas di scarico delle macchine. Esso è presente anche nei negli animali, nei vegetali, oltre che all'interno del corpo umano in quanto è strettamente coinvolto in molti processi biologici.

L'allergia al nichel è scatenata quando nell'organismo è presente in una concentrazione piuttosto elevata; ai soggetti sensibilizzati ne basta quindi una minima quantità per scatenare la sintomatologia.

Il Patch Test è un valido test per la diagnosi.

AI soggetti allergici che mostrano una chiara sintomatologia nei confronti di questo metallo e che, sottoposti ad opportuni test di laboratorio, abbiano avuto esiti positivi, non restano tante cure se non quella di allontanare dalla propria questo metallo.


Sintomi legati all'intolleranza al nichel:
· dermatiti e pruriti, anche da contatto, che si manifestano sul volto, sulle mani, sulle gambe
· afte o infiammazioni boccali e gengivali
· gonfiori addominali
· malessere generale diffuso
· senso di stanchezza e pesantezza
· senso di nausea
· mal di testa
· crampi addominali, gonfiore addominale.
· perdita o aumento di peso.
· disfunzione intestinale (stipsi o diarrea)
· cistite
· difficoltà respiratorie
· tachicardia
· vertigini e giramenti di testa
· alopecia

Differenza fra intolleranza e allergia:
Nel caso di allergia al metallo i sintomi possono essere più o meno gli stessi ma più accentuati, soprattutto per quanto riguarda la dermatite da contatto; si possono avere anche dei casi di crisi respiratoria ed asma.


ALIMENTI CHE CONTENGONO NICHEL
· Cacao: il cioccolato è una delle fonti di nichel più concentrate. Il cioccolato fondente ne contiene 2,6 microgrammi per grammo, il cioccolato al latte 1,2 e il cacao in polvere 9,8.
· Frutta secca: noci, nocciole, arachidi e mandorle; attenzione se presenti in tracce nei prodotti industriali e confezionati. Attenzione anche all' uva passa
· Ortaggi: pomodori, asparagi, broccoli, carote, cavoli, cavolfiori, fagiolini, finocchi, lattuga, sedano, radicchio, lattuga. Sono di solito più tollerati: cetrioli, zucca, zucchine, melanzane e peperoni.· Verdure: Spinaci contengono nichel, pari a 0,30 microgrammi per grammo. Ma anche cipolla e funghi
· Legumi: lenticchie, ceci, soia, fagioli rossi ( 0,45 microgrammi di nichel per grammo)
· Frutta essiccata: la frutta essiccata contiene quantità di nichel maggiori rispetto alla frutta fresca. ciò potrebbe dipendere anche dai trattamenti industriali. Tra la frutta essiccata possiamo trovare fichi, uvetta, albicocche e prugne.
· Frutta fresca: kiwi, pere, prugne
· Bevande: soprattutto quelle a base di cioccolata, caffè, tè e birra, con attenzione a quelle contenute in lattina.
· Cibi in scatola: il pericolo sta nel contenitore ( lattine e scatolette). Tra i cibi in scatola si possono trovare tonno, carne, legumi, frutta e verdure.
· Cereali: avena, mais, miglio e grano saraceno. Bisogna prendere in considerazione sia i cereali in chicco che le relative farine e i prodotti confezionati che possono contenerle.
· Frutti di mare e pesce: ostriche, salmone, gamberi e cozze, aringhe e sgombri.
· Liquirizia
· Condimenti e altro: lievito chimico, dadi da brodo (tutti, anche vegetali)


SOSTANZE NICHEL ASSIMILABILI ( sostanze che non contengono nichel ma che inducano lo stesso tipo di reazione)
· Grassi vegetali idrogenati, grassi cotti, grassi e oli vegetali non idrogenati e cotti che si possono trovare in: biscotti, brioches, cracker, fette biscottate, focaccia, gelato industriale, pan carrè, pane all'olio, snack, pasticcini
· Semi oleosi tostati: noccioline e anacardi ( con i suoi contengono 5,1 microgrammi di nichel per grammo)
· Margarine
· Patatine fritte



CIBI CHE POSSONO ESSERE CONSUMATI CON MODERAZIONE
cavoli, cetrioli 
farina 00
riso brillato
caffè
olio di oliva
uova
frutta (eccetto quella citata in precedenza)
cipolla ( solo se usata per insaporire)
banane
albicocche
caffè d'orzo
cicoria
orzo
camomilla
mele
agrumi
cime di rapa
melanzane
peperoni
zucca

ALIMENTI CHE POSSONO ESSERE CONSUMATI LIBERAMAMENTE 

tutte le carni
pesce (tranne quello scritto in precedenza)
latte e derivati
patate


ALTERNATIVE SUGGERITE
· Fette croccanti o gallette di farine varie (niente mais e avena)
· Fiocchi di cereali (niente mais e avena)
· Pane non condito
· Dolci fatti con burro
· Sorbetti
· Zabaione

......MA NON SOLO I CIBI NASCONDONO NICHEL
· Acqua del rubinetto
· Stoviglie: si consiglia di utilizzare pentole di vetro o acciaio inox
· Indumenti o gioielli: soprattutto bigiotteria, ma anche cerniere, bottoni.
· Amalgama per otturazioni odontoiatriche
· Fumo di sigaretta (grande quantità)
· Argento
· Cosmetici
· Oro bianco
· Alcune Pentole di metallo
· Protesi dentali o ortopediche
· Smalto
· Tinture per capelli
· Detersivi (saponi, shampoo, creme)






martedì 13 maggio 2014

CAFODOS: frode alimentare?



Un po' di “storia”


Nell'estate del 2010 i Carabinieri del Nucleo antisofisticazione (Nas) scovarono a Bisceglie( Puglia) , un deposito con alcuni bidoni di cafodos (400 litri arrivati dalla Spagna). 
Un anno prima a Bari, una ventina di persone finirono all'ospedale per intossicazione alimentare, dopo aver mangiato alici acquistate a mercato. 
Unteriori episodi sono stati riscontrati alla fine di ottobre 2013 dei quali parlò per giorni, tv, radio e televisione ; da allora i controlli sono aumentati, ma il fatto il Cafodos è una sostanza subdola che è praticaemnte impossibile da scovare, anche a seguito di controlli chimici mirati!


Cosa è il Cafodos:


Viene erroneamente utilizzato il termine di “sostanza dopante”, ma in realtà di tratta di una miscela di additivi che vengono aggiunti al pescato. Il processo fisiologico di deterioramento delle carni, avviene progressivamente dopo che il pesce è stato pescato ed è IRREVERSIBILE , quindi “rivitalizzare un pesce in deterioramento “ non lo riporta alla sua originaria freschezza!! 
Cafodos: miscela di acido citrico, citrato di sodio e perossido di idrogeno (quest’ultimo vietato nei prodotti ittici), aggiunti per ridare al pesce un po’ di brillantezza e prolungarne la conservazione mediante un effetto battericida. Questo prodotto è praticamente impossibile da rilevare con le analisi sul prodotto perché una volta rinnovato l’aspetto del pescato, si trasforma in acqua sul pescato e poi per evaporazione si volatilizza, la pericolosità risiede nel fatto che può permanere sul prodotto anche una settimana
L'utilizzo di questa miscela chimica è vietata in Italia ma la cui vendita si ritrova su internet da parte di una ditta produttrice spagnola
Gli addetti ai lavori sanno che il Cafodos può migliorare l’aspetto soprattutto dei filetti di pesce e che l’abbinamento con i polifosfati aumenta la quantità di acqua trattenuta dal pesce stesso che così appare di consistenza dura e piena. 

Il Cafodos viene utilizzato ugualmente anche se in modo totalmente illegale per aumentare del 50% la shelf life del prodotto.
La pericolosità di tale operazione, da considerarsi a tutti gli effetti una vera e propria sofisticazione alimentare sta nel fatto che il Cafodos viene spruzzato sul pesce in via “preventiva” quando ancora è fresco e non ha iniziato il suo processo di decomposizione.




Se ingerito.....

La miscela del Cafodos di per se risulta essere non tossica per l'uomo, se non assunta ad alte concentrazioni, ma sicuramente è lecito dire che i maggiori rischi per la salute dell'uomo sono connessi alla diretta ingestione di pesce di fatto non fresco e spesso addirittura avariato. 
Si posano manifestare così i classici sintomi legati ad intossicazione alimentare come nausea, vomito, vertigini, cefalea e dissenteria.
L'ingestione di questi pesci non più freschi, presentano elevate concentrazioni di istamina, possono provocare nel consumatore forti reazioni allergiche (fino allo shok anafilattico) e in alcuni casi provocare sindromi da avvelenamento soprattutto in quei soggetti che soffrono di patologie importanti come i cardiopatici.



Legislatura....


L’uso del Cafodos sul pesce fresco si deve interpretare come una frode commerciale, anche perché non viene dichiarato in etichetta. Per rendersi conto della situazione basta dire che per legge gli additivi devono rispondere ad una necessità tecnologica e non devono indurre in errore il consumatore 
Il procuratore Raffaele Guariniello ha aperto un fascicolo, per ora contro ignoti, per frode in commercio. Il magistrato ha iniziato a indagare dopo una segnalazione arrivata dal Ministero della Salute ed ha incaricato i Nas di fare controlli in tutta Italia. 


Dagli accertamenti fatti finora il pm Guariniello è risalito a due ditte produttrici spagnole sui cui ha chiesto una rogatoria internazionale per avere maggiori informazioni.
Coldiretti afferma che “E’ necessario rendere obbligatoria l’indicazione della provenienza in etichetta per il pesce fresco e trasformato dopo che negli ultimi cinque anni di crisi sono quasi triplicate le frodi a tavola con un incremento record del 170 per cento del valore di cibi e bevande sequestrate dai NAS perché adulterate. Sempre da Coldiretti sappiamo che “Più di due pesci sui tre consumati in Italia provengono dall’estero ma il consumatore non riesce a saperlo per la mancanza di una informazione trasparente.” Attualmente la legge sull’etichettatura per il pesce fresco prevede la sola indicazione della zona di pesca mentre per quello trasformato quella di confezionamento. Il pesce italiano, ad esempio, fa parte della cosiddetta “zona Fao 37”, che contraddistingue il prodotto del Mediterraneo. Il rischio di ritrovarsi nel piatto prodotto straniero è tanto più forte nella ristorazione, dove spesso vengono spacciati per italiani prodotti che arrivano in realtà dall’estero”. Coldiretti sottolinea inoltre il rischio dell’aumento delle frodi a tavola a causa della diffusione sempre più capillare di cibi low cost.